Interior design: cos’è?
L’interior design, cioè arredare la propria casa, negli anni, ha acquisito un peso sempre maggiore nelle nostre vite. Tutto quello che compriamo e portiamo nelle nostre abitazioni, non sono più semplici accessori.
Infatti la nostra casa o il nostro appartamento non devono essere semplicemente belli da guardare e al passo con i trend del momento, ma anche il nostro posto sicuro. I luoghi in cui ci sentiamo sereni e in pace.
Proprio a tal proposito si sta diffondendo sempre di più la convinzione che il nostro benessere psicologico sia connesso al concetto di interior design ben studiato.
In particolare il motto “ordine esteriore, benessere interiore” ha portato allo sviluppo di vere e proprie filosofie sull’interior design che trovano un legame tra psicologia e spazi funzionali della casa.
Ma chi si occupa dell’interior design?
Ovviamente una figura professionale: l’interior designer. Requisito fondamentale per fare questo lavoro è essere creativi nella progettazione e nello sviluppo di spazi interni.
L’obiettivo del suo lavoro è quello di creare un esperienza unica per coloro che godranno del suo servizio.
Cosa significa essere un interior designer?
Un interior design ha successo nel suo lavoro quando è in grado di entrare nelle menti e nei cuori dei propri clienti. Cosa vuol dire? Essere in grado di anticipare i bisogni delle persone, riuscendo a suscitare emozioni forti e positive.
Il lavoro di questa figura professionale ovviamente riguarda ogni tipo di spazio quindi include anche luoghi come ristoranti, negozi, uffici, hotel, infrastrutture pubbliche sono altri esempi di spazi di cui si occu.
Ma l’interior designer realizza anche i suoi progetti?
Allora chiariamo il fatto che l’interior designer non è un architetto. In ogni caso però può lavorare sulla progettazione di una casa e, affiancato da chi possiede le competenze può comunque lavorare sulla progettazione di una casa intera e, supportato dalle giuste competenze, occuparsi di lavori strutturali.
Ma che differenza c’è con l’arredatore?
Spesso i due mestieri vengono confusi, ma hanno competenze differenti. Infatti l’arredatore si occupa solo dell’aspetto estetico di uno spazio interno, quindi la scelta dell’oggettistica, piuttosto che dei colori dei muri. Il designer di interni invece, deve essere inventivo e avere la conoscenza tecnica per le varie alternative e i diversi spazi che disegna.
Come vengono gestiti gli spazi?
Un’altra capacità importante l’interior designer deve possedere, è quella di saper sfruttare al meglio gli spazi a disposizione. Durante la progettazione di una casa, prende infatti decisioni progettuali il cui scopo è di riuscire a capire lo spazio. Questo implica analizzare la metratura e riuscire offrire al proprio cliente la soluzione ideale, soprattutto quando si tratta di spazi piccoli.
Che ruolo ha la tecnologia?
Al giorno d’oggi grazie al continuo progresso e sviluppo, esistono numero soluzioni in termini di tecnologia e sostenibilità. Soprattutto tenere sempre a mente la sostenibilità del pianeta nella fase di progettazione sta diventando sempre più un aspetto cruciale da tenere in considerazione.
La tecnologia, invece, influisce sul modo di lavorare e presentare progetti da parte dell’interior designer.
Infatti ad oggi questi professionisti possono godere del supporto di programmi di rendering 3D che diventano sempre più foto-realistici.
Un esemio di interior design: Il metodo KonMari
Un caso degno di essere citato è il metodo KonMari, ideato da una scrittrice giapponese. In cosa consiste questo metodo? Ognuno di noi tende a comprare sempre più cose del necessario e finisce per avere la casa piena di cose “inutili”.
Alla base di questa filosofia vi è proprio il volersi liberare di questi oggetti che non vengono utilizzati, ma accumulano solo polvere e appesantiscono la nostra casa, nonchè la nostra mente.
Questa azione è definita decluttering ed è un incentivo ad adottare uno stile di vita più semplice. Tutto questo porterà benefici anche alla nostra persona e nella nostra vita.